Con la vecch—ehm, cioè, con la maturità, si scopre che il punto nodale nel fare karate sta nella bellezza dell’imperfezione. Quando la tecnica, insegnata uguale per tutti, viene fatta propria, essa si arricchisce di particolari e sfumature personali che la rendono, formalmente, imperfetta.
Eppure, la sua bellezza sta proprio lì, nelle minuzie che la rendono unica; come un prodotto artigianale sempre diverso.
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