FAQ

Per ogni domanda, la sua risposta!

(domande collezionate qua e là, di persona e sul web)


A quale età è possibile iniziare la pratica del karate-do?    
Generalmente, consigliamo un’età minima di 6 anni. Ciò che ripetiamo sempre è che, prima di intraprendere qualsiasi altro sport, i piccoli dovrebbero imparare a nuotare. Per gli adulti invece, non ci sono limitazioni: tanto, la pratica del karate dura tutta la vita…


Bisogna essere “portati” fisicamente? 
No, perché il karate si adatta ad ogni tipo di fisico. Anzi, ognuno col tempo costruirà il proprio karate. Le qualità atletiche non sono necessarie in partenza, molto più importanti sono volontà e perseveranza, come esprime il nostro motto:

“Esercitarsi mille giorni è allenamento, 
esercitarsi diecimila giorni è disciplina.”


È possibile praticare una sola volta a settimana? 
Certo, ma per fasce d’età differenti consigliamo frequenze di allenamento differenti: una volta la settimana per bambini fino ai 9 anni e due/tre volte per chi è più grande. È vero che a volte sembra mancare il tempo: ai giorni nostri, soprattutto i più giovani, sono impegnati in molte attività (scuola a tempo pieno, compiti, catechismo, interessi vari, ecc. ecc.). Noi consigliamo di fare bene un’attività sportiva alla volta: mica ci offendiamo se preferite andare a pallavolo o a calcio, piuttosto che a karate!


Che cosa occorre per partecipare ai corsi? 
Se siete principianti e non avete mai frequentato una palestra di arti marziali, vi invitiamo a seguire almeno una lezione da spettatori. Poi è sempre possibile frequentare alcune lezioni di prova. Se davvero piace, allora procederemo all’iscrizione formale. Al momento dell’iscrizione occorre un certificato medico di buona salute. Per la pratica, invece, è sufficiente un abbigliamento sportivo comodo e… tanto entusiasmo!


Le gare sono obbligatorie? 
Ovviamente no: le competizioni sono scelte personali, e come tali sono rispettate. Per chi vuole partecipare a gare, però, consigliamo una seduta di allenamento più specifica (vedi orari e giorni). “Estote parati”, dicevano i romani…


A cosa servono le cinture? 
A tenere allacciata la giacca! No, scherziamo… A fine stagione (in genere verso i primi di Giugno) si tengono gli esami di passaggio di cintura: una serie di prove tecniche che ripercorrono il lavoro svolto durante l’anno, alla presenza di una commissione esterna alla scuola. Se si viene promossi, si acquisisce un grado in più (in gergo: un kyu inferiore), simboleggiato da una cintura di diverso colore.

Le cinture sono: bianca (10/9°kyu), gialla (8°kyu), arancione (7°kyu), verde (6°kyu), blu (5/4°kyu) e marrone (da 3° a 1°kyu). Dopodiché, c’è la cintura nera. Ma questa è un’altra storia…


È vero che nel karate ci sono diversi stili? Perché? 
Sì, è vero. Come molte arti marziali, gli insegnamenti del karate-do si tramandavano di padre in figlio e di madre in figlia. Chi imparava, poi, quando a sua volta insegnava a qualcun altro, faceva variazioni, dava interpretazioni, eccetera eccetera. Col tempo, tutto questo ha contribuito alla nascita prima di diverse scuole (ovvero di palestre… familiari!) e poi di veri e propri stili codificati.  
Qualsiasi praticante con vari anni alle spalle, tuttavia, vi potrà confermare che, nella sua essenza, il karate è uno. Insomma, tutti i karate-ka, alla fine, parlano la stessa lingua!


In questa scuola quale stile praticate? 
Lo stile della nostra scuola è chiamato shotokan ed è uno fra i più noti e diffusi a livello mondiale. Ciononostante, amicizie e frequentazioni con maestri di altre scuole e stili, ci hanno permesso negli anni di “ampliare” la nostra base, in modo da avere una visione più completa della disciplina. E sì, abbiamo scoperto che in fondo il karate è uno (ma l’abbiamo già detto, no?)


Che cosa significa karate-do? Io ho sempre sentito dire karate! 
E hai ragione! In effetti, karate-do è il “nome ufficiale” della disciplina. Nelle arti marziali giapponesi, il suffisso 道 (si legge: do) viene attaccato al nome dell’arte in questione, con il significato di “insegnamento”. Così si ha il judo (柔道), il kendo (剣道), l’aikido (合気道), ecc. ecc. Può il karate, pardon il karate-do, fare eccezione?


Io ho già praticato karate in passato, ma poi ho smesso. Se vengo da voi, devo ripartire dalla cintura bianca? 
Ma no, ci mancherebbe! La cintura guadagnata fa parte della propria vita e della propria esperienza: nessuno può portarla via. L’unica cosa che possiamo fare qui è insegnare e progredire, non azzerare quanto fatto altrove: non sarebbe né giusto, né tantomeno nello spirito delle arti marziali.


A quale federazione la palestra è affiliata? È affiliata FIJILKAM?
Dopo molti anni in cui il KCK è rimasto affiliato ad alcune federazioni sportive (UNIAKS, FIJILKAM), abbiamo scelto di rimanere fuori dalle tribolazioni (e da molti giochi… non proprio puliti!). La legge italiana però richiede almeno l’associazione ad un ente di promozione sportiva, onde essere riconosciuti come ASD, per cui il KCK rispetta questa regola.


Durante le lezioni i maestri parlano in giapponese? 
No, parliamo italiano – o un’altra delle lingue di nostra conoscenza, se c’è necessità! Scherzi a parte, alcuni termini tecnici sono in giapponese, quindi almeno per quelli lo useremo. Poi, se qualcuno vuole approfondire…


Quante persone contemporaneamente un karateka può battere? 
Mmm… direi almeno otto, e per di più stando su un piede solo! No, più seriamente, la nostra idea di karate-do e di arte marziale è che nella vita non bisognerebbe mai arrivare a scontrarsi con chicchessia. Molto meglio usare le parole e la bontà dei modi: un praticante di karate impara questo prima di tutto, condito con una buona dose di fiducia nelle proprie capacità.  
E, credetemi, è molto più difficile che menar fendenti a destra e manca…


Quanto ci vuole per avere la cintura nera? 
Tanto, ma per fortuna quando ci si diverte il tempo passa in fretta! La cintura nera è allo stesso tempo la fine e l’inizio di un percorso. La fine, perché arriva dopo le otto cinture colorate, i passaggi necessari all’addestramento di un principiante. L’inizio, perché da quel momento in poi, si passa dal diritto di fare karate, al dovere di fare karate. E, dopo una vita vissuta nel karate, la cintura nera perde sempre più il colore e… torna bianca! Non è un magnifico esempio di come non si smetta mai di imparare?


Le arti marziali possono rendere il mio bambino violento? 
In realtà, accade proprio il contrario: le arti marziali insegnano innanzi tutto la calma ed il rispetto del prossimo. Inoltre, molto spesso riescono a canalizzare l’“esuberanza” di una persona nella pratica agonistica sportiva.


Il mio bambino potrebbe farsi seriamente male frequentando una palestra di karate? 
La risposta onesta è sì. Tuttavia, non più di quanto se ne potrebbe fare in una qualsiasi altra attività che svolge quotidianamente. Questo, perché gli incidenti possono sempre accadere. Noi possiamo solo dire che sinora, in trent’anni di attività della palestra, gli incidenti si contano sulle dita di una mano: mai nessuno grave e tutti occorsi fra… adulti, che a volte si dimenticano di porre l’attenzione necessaria!


L’autostima e la confidenza in sé stessi aumentano praticando karate? 
Sì, è quello che in genere accade. Il karate-do (in realtà qualsiasi arte marziale ben insegnata e ben fatta) promuove una più profonda conoscenza di sé stessi e delle proprie capacità, dei propri limiti e delle proprie potenzialità. Inoltre, il lavoro in gruppo consente tanto un confronto immediato con gli altri, quanto la costruzione di uno spirito di squadra dove tutti assumono la giusta importanza.


È vero che il karate è un’arte marziale solo per i maschi? 
Non è affatto così. Non solo nel tempo la presenza femminile è andata via via crescendo, ma negli ultimi anni le ragazze neo-iscritte sono diventate più dei maschi. Da insegnante posso dire che, di solito, le femmine sono più attente, più concentrate e più disciplinate. Insomma, le allieve ideali!


Ho 19 anni, non ho mai fatto karate e sono poco mobile, cominciare adesso sarebbe un problema?
Risposta diplomatica: è un problema nella misura in cui ritieni sia tale. A parer mio, a 19 anni quasi niente è un problema. Ma questo lo si capisce dopo, quando i 19 li hai ormai doppiati. Il karatedo aiuta anche a “guadagnare prospettiva”, e qui ci impegnamo a farlo tutti i giorni. Magari però, non sempre riusciamo bene… Tutto sta nel provare almeno una volta, così non puoi dire di non aver lasciato nulla di intentato.


Il karate favorisce la socializzazione? 
Più che dal karate-do in sé, la socializzazione è favorita dall’ambiente in cui si pratica. Nel tempo, ci siamo sforzati di lavorare tanto in questo senso: allenarsi assieme, favorire sia lo spirito collettivo che di competizione individuale (per potersi migliorare nel confronto con gli altri) e, soprattutto, trasformare molti esercizi in giochi di gruppo (per i bambini), di sicuro aiutano a socializzare. La prova è che si è amici dentro e fuori la palestra!


Nel caso non possa portare mio figlio a tutte le lezioni cosa succede? 
I genitori stiano tranquilli: niente frustate o cose simili!  
Chiaramente, qualche assenza nel corso dell’anno è fisiologica. Non esiste un obbligo di venire a lezione (non siamo a scuola!). Certo è che, se il numero di assenze nell’anno supera quello delle presenze, forse è il caso di chiedersi se piaccia o meno praticare karate…


Posso sospendere la pratica del karate in qualsiasi momento? 
Ovviamente sì: la decisione di praticare è personale e dipende da tanti fattori. A noi piacerebbe che uno continuasse per tutta la vita, ma purtroppo non è sempre così. Anzi, negli anni, molti si perdono a fronte di quanti rimangono. C’è una sorta di continuo “rinnovo” anche nel karate-do, come in tutte le cose umane…


Non hai trovato quanto cercavi? Inviaci la tua domanda!