EducaJudo Lab

Perché degli insegnanti di karate vanno fino a Verona a seguire un workshop promosso da EducaJUDO, che appunto si occupa di judo?!

Ecco, questo era il dubbio col quale eravamo partiti, nella fredda mattina di sabato 26 gennaio.

Come spesso capita, non bisogna mai giudicare un regalo dal pacchetto, o una persona dal vestito, o… Avete capito, no?

Il seminario, organizzato dal maestro Fabio Della Moglie, è stato a dir poco FANTASTICO!

Il titolo era: “3-5 anni e bisogni educativi speciali. Approccio psicomotorio e metodologia didattica”. Quindi metodi didattici e soprattutto conoscenza delle problematiche per l’insegnamento ai più piccoli.

È vero che al KCK non abbiamo corsi per bambini con meno di 5 anni (nonostante, per un genitore, un figlio che ha 4 anni e 2 mesi «ha quasi cinque anni, può venire lo stesso?»), ma le metodologie apprese sono di grande beneficio anche per noi. Soprattutto perché, sulla strada di ritorno (avete presente l’A4, quanto è dritta e noiosa?), è sorto un nuovo progetto che dovrebbe vedere luce l’anno prossimo… Non diciamo di più, per ora!

Il seminario prevedeva un mix di lezioni frontali (con molta interazione, tuttavia) teoriche e di lezioni pratiche. Dopotutto, si tratta di arti marziali: il corpo è al centro della disciplina, no?

Sono intervenuti molti oratori: Ilaria Sozzi, Loredana Borgogno, Fabio Della Moglie, Bruno Carmeni, Luigina Desopo e Claudio Marcolin, senza dimenticare il “padrone di casa”, Enrico Tommasi (col piccolo Ettore!). Tutti, oltre a portare la propria esperienza, hanno mostrato una professionalità a dir poco impeccabile. E pure una capacità eccellente di coinvolgere l’uditorio (si capisce così tanto che mi è piaciuto?).

Sì, ho avuto dei momenti di autentica commozione: ci sono (ancora!) persone che sentono l’educazione come un dovere etico, uno strumento per il miglioramento della società da regalare a titolo gratuito. Ci sono persone che si occupano di casi apparentemente disperati e non solo “si portano a casa il lavoro”, ma riescono a metterci tanto di quel cuore che le soluzioni poi inevitabilmente giungono.

Credo di avere moltissimo da imparare dal loro esempio. Grazie.

Al prossimo incontro, amici.

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